Approvato il Dl Sicurezza e Immigrazione: una delle pagine più buie della storia repubblicana

L’approvazione del Decreto Legge Sicurezza e Immigrazione rappresenta una delle pagine più buie della storia repubblicana.

Il fatto che avvenga nell’anniversario dell’emanazione delle leggi razziali (1938 – 2018) e abbia contenuti esplicitamente razzisti e discriminatori lascia davvero attoniti di fronte ad un Paese ed una classe politica che non sembra aver imparato nulla dalla sua storia.

Il ddl andrà alla Camera dei Deputati, dove è improbabile che subisca modifiche, anche se questo governo e questa maggioranza ci stanno abituando a una continua rincorsa al peggioramento delle regole democratiche.

Come abbiamo già detto al momento del varo del Decreto Legge, si tratta di un vero e proprio manifesto culturale propagandistico di matrice leghista, al quale gli alleati 5 Stelle si sono completamente adeguati, un provvedimento che trasuda cattiveria e che rappresenta un veleno micidiale per la nostra società.

Nel passaggio in Commissione Affari Costituzionali il testo ha subito modifiche, proposte dal relatore leghista e dal governo, che ne hanno peggiorato pesantemente l’impianto già anti costituzionale.

Il diritto d’asilo rischia di essere azzerato perché ogni richiedente asilo che arriva nel nostro Paese potrà essere accusato di presentare una domanda manifestamente infondata e quindi sottoposto a espulsione.

La cancellazione del titolo di soggiorno per ragioni umanitarie produrrà irregolarità, disagio e conflitti.

L’accoglienza dei richiedenti asilo, ossia di persone che nella quasi totalità dei casi hanno subito torture e violenze, viene relegata dentro la logica del confinamento, con l’idea dei “campi”: grandi strutture private con nessun rapporto con le comunità locali e l’amministrazione pubblica, con un approccio totalmente assistenziale (alla faccia dei profughi che sfruttano la “generosità italiana”) e con regole che attraggono soggetti profit, senza alcuna attenzione alle persone e al territorio.

Un provvedimento che verrà certamente censurato in gran parte dalla Corte Costituzionale e che otterrà palesemente l’effetto opposto a quello dichiarato.

Intanto però il Ministro della Propaganda ottiene il suo scopo: la costruzione del capro espiatorio: le persone di origine straniera, qualunque sia la loro condizione giuridica, vengono additate come colpevoli di tutti i mali del paese, a prescindere dal comportamento concreto, per il solo fatto di esistere.

Una strategia che forse funziona sul piano del consenso alla Lega, ma che produrrà effetti devastanti sulla cultura dell’Italia, già molto preoccupante per la deriva razzista e xenofoba che si sta affermando da sud a nord.
L’ARCI sarà impegnata, come ha fatto già in questi mesi, a informare l’opinione pubblica sugli effetti negativi di questa legge e a contrastarla in tutte le sedi, anche in quelle giudiziarie, nonché attraverso iniziative e campagne politiche e culturali.