Caro Presidente della Regione Puglia, nell’augurarle buon lavoro ci permettiamo di fare alcune considerazioni sulla
la sua ampia riconferma elettorale che ha evitato che nella nostra regione tornasse l’antico, per giunta appesantito dalla presenza leghista e postfascista. La spinta propulsiva, sebbene affievolita e depotenziata, è stata ancora quella della cosiddetta Primavera pugliese, con cui 15 anni fa prese avvio un cambio di sostanza politica democratica e riformista che venne addirittura definita una “rivoluzione gentile”, visto il passato politico della Regione e delle sue vecchie classi dirigenti che si dimostrarono sempre inadeguate ai tempi e alle culture. Ebbene, ora che siamo in tempi nuovi di crisi sociale, economica e morale, le chiediamo di non prendere parte ai fasti del neopopulismo, anzi se ne distacchi esplicitamente. Il civismo post-politico non è, per se stesso, una grande trovata di modernizzazione progressista. Ove si tratti della cittadinanza attiva è un conto, ove si tratti del superamento della dialettica tra destra poco liberale e schieramenti politico-elettorali seriamente impegnati nel cambiamento sociale e democratico, non va troppo bene. Non esiste alcuna teoria politica progressista che sancisca la superiorità di un populismo territoriale come risposta alla crisi della politica, ancora l’antifascismo, anche nel Sud e in Puglia, deve restare un collante sociale e democratico. Il discrimine tra antifascismo (nella sua pluralità di culture politiche) e neofascismo identitario e antidemocratico deve essere sempre valido, a Bari come a Nardò, a Lecce come a Brindis
Derubricare quel sindaco di Nardò come “sindaco indipendente”, oppure come un sindaco post-ideologico che avrebbe “fatto anche cose di sinistra”, così come purtroppo afferma il sindaco di Lecce, è cosa errata, ambigua, un’ auto-giustificazione estrema che crea confusione democratica. Il movimento politico “Andare oltre” del sindaco di Nardò ha praticato l’oltrismo in nome del territorialismo comunitario, oscillando tra destra neofascista e leghista e accomodamenti ipocriti nel vecchio centrosinistra con il civismo come “valore aggiunto”. Con il risultato che in nome di una classe dirigente meridionale nuova e modernizzante alcuni, che da quel mondo “oltrista” provengono si trovano lanciati nel gioco della politica regionale.
Nessuno dubita, caro Presidente, della sua fede e cultura antifascista. Ricordiamo la sua apertura all’Osservatorio regionale antifascista, ricordiamo la sua presenza alla risposta pubblica che ci fu a Bari dopo la vile aggressione all’eurodeputata Eleonora Forenza da parte di alcuni elementi di CasaPound. Ebbene, facciamo in modo che l’antifascismo sia sul serio la religione civile anche dell’Amministrazione regionale e dei suoi atti pubblici. Che si dia ulteriore impulso alle Amministrazioni locali affinché non concedano spazi, convenzioni e protocolli d’intesa a quelle organizzazioni esplicitamente neofasciste e razziste. Per una rinascita civile, umana ed etica dei nostri territori.
Confidiamo nella sua presa d’atto, nella sua risposta e nei comportamenti pubblici che ne conseguono.
Osservatorio Provinciale Antifascista di Lecce
Istituito presso la Provincia di Lecce e di cui fanno parte, oltre alla stessa Provincia, Anpi, Arci, Cgil, Link, Udu-Studenti Indipendenti
Rif. Tel. 3776898719