“Arci: non si può equiparare nazismo e comunismo”

La risoluzione approvata dal Parlamento Europeo che equipara nazismo e comunismo  è un grave errore sia storico che politico.  Il Parlamento Europeo è un luogo a cui i cittadini guardano con grande attenzione ed ha una funzione educativa primaria, non può dunque permettersi di semplificare o distorcere gli avvenimenti.  Chiunque di noi ha una minima attenzione alla storia politica sa che comunismo e nazismo ad esempio partivano da due presupposti diversi: il comunismo partiva da un presupposto di libertà e uguaglianza, mentre il nazismo aveva come obiettivo la conquista, la sottomissione e la supremazia della “razza superiore”.  Certamente poi il comunismo ha avuto vie diverse che vanno dal criminale stalinismo e alla privazione delle libertà negli paesi sotto l’influenza sovietica ad esperienze che invece in tante parti del mondo hanno contribuito a portare giustizia, emancipazione e a sconfiggere dittature. Esemplare il percorso maturato in Italia a partire da Antonio Gramsci,  l’impegno resistenziale per dar vita alla nostra Repubblica e  alla Costituzione,  la lunga profonda riflessione critica che ha portato alla condanna di un modello distorsivo e illiberare, la figura di Berlinguer, la scelta di  dare casa alle idee di Altiero Spinelli che sedeva al parlamento da indipendente ma eletto nelle liste del pci ecc. ecc.     Il nazismo e il fascismo invece no, hanno avuto un unico percorso  di predominio razziale e di eliminazione scientifica,  non  vi erano in nessuna di queste due  ideologie le parole  libertà e uguaglianza. Non c’è stata distorsione del pensiero nazista: tale era e tale si è manifestato e se è stato sconfitto lo si deve  anche  buona parte all’Urss.

Se poi uno studente dovesse presentarsi al suo docente di storia (e qui urge ripensare quanto certe scelte nella scuola) con la ricostruzione delle cause della seconda guerra mondiale presentate nella risoluzione approvata dai parlamentari europei si troverebbe un bel “4 “ sul registro.  Dimenticare che il nazionalismo che portò al nazismo in Germania fu frutto delle pesanti condizioni imposte dalla Pace di Versailles è imbarazzante. Come è imbarazzante non  avere contezza di quale era il programma pangermanista di Hilter,  la visione della conquista dello “spazio vitale” (Lebensraum) a scapito dei Paesi slavi da ridurre in schiavitù. Ci si dimentica chi partecipò alla Conferenza di Monaco che “regalò” la Cecoslovacchia in pratica alla Germania, il fallimento delle trattative tra Gran Bretagna e Francia da un lato e l’Urss dall’altro, la decisione della Polonia di non accogliere la proposta dell’Urss  di aiuto per contrastare il possibile attacco tedesco e tanto altro ancora che portò al patto “Molotov – Ribbentropp”  che serviva all’Urss per posticipare il più possibile il conflitto con la Germania ritenuto ineluttabile e la drammatica invasione della Polonia da parte dei due paesi, ma anche la discussione e lo sconcerto che tali fatti ebbero nei sostenitori del comunismo. E quello che ho scritto sono solo alcuni dei tanti capitoli che meritano giusto approfondimento e non semplificazione. 

Da qui dunque la richiesta a tutte le forze politiche , con il sostegno della società civile, ad un impegno perché sia rivista la risoluzione approvata tenendo conto dei reali fatti storici e politici