Sono passati già tre anni dal 25 gennaio 2016, quando il nome di Giulio Regeni si aggiungeva a quelli dei tanti egiziani e delle tante egiziane vittime di sparizione forzata.
Tre anni senza che la parole verità e giustizia abbiano ancora trovato una risposta.
Le autorità egiziane si ostinano a non rivelare i nomi di chi ha ordinato, eseguito, coperto il sequestro, la tortura e l’omicidio del giovane ricercatore italiano, deceduto il 3 febbraio dello stesso anno.
Dopo quasi tre anni di immobilismo tra Italia ed Egitto, la Procura di Roma ha iscritto nel registro degli indagati cinque ufficiali dei servizi segreti e della polizia investigativa del Cairo, contestando il reato di concorso in sequestro di persona.
Un’azione investigativa che al momento non ha trovato alcuna sponda collaborativa da parte del governo egiziano.
La stessa Procura, sta svolgendo accertamenti anche sulle pressioni ricevute dalla National Security, il servizio segreto civile, sul consulente legale della famiglia Regeni in Egitto, Mohamed Lotfy, per riportare ogni notizia che potesse essere utile a capire le mosse della famiglia Regeni.
Un nuovo filone dell’indagine arrivato dopo l’esposto dell’avvocato della famiglia Regeni Alessandra Ballerini. La moglie di Mohamed Lofty, attivista e ricercatore di Amnesty International e direttore della Commissione egiziana per i diritti umani, era stata ingiustamente arrestata e liberata dopo oltre sette mesi lo scorso 27 dicembre.
A distanza di quasi tre anni dall’omicidio, la chiusura del caso è ancora lontana, sebbene le tesi avanzate dalla Procura vadano nella direzione che Giulio sia morto, dopo atroci torture, per gli studi cui lavorava.
La verità per Giulio è una verità scomoda che bisogna perseguire a tutti i livelli.
Per questo venerdì 25 gennaio saremo presenti con un presidio per chiedere, con molta poca fiducia, anche a questo Governo l’accertamento delle responsabilità per la sparizione, la tortura e l’uccisione di Giulio.
L’appuntamento è per le 17 in via Vittorio Emanuele II nei pressi della Chiesa di Sant’Irene, dove ci ritroveremo con delle fiaccole e delle candele per ricordare il brutale omicidio di Giulio Regeni e continuare a chiedere verità e giustizia.
All’appello hanno aderito Arci Lecce, LINK Lecce – Coordinamento Universitario , Amnesty International – Lecce, Anpi Lecce, Unione degli Studenti Lecce, Associazione Antigone Puglia, Studenti Indipendenti – Lecce, Udu-Lecce, Cgil Lecce, Arcigay Salento La Terra di Oz.