Come già annunciato e ampiamente previsto arriva il primo bombardamento su alcuni obiettivi strategici in Siria da parte dei soliti noti dal grilletto facile, USA, Regno Unito e Francia. I molti interessi in gioco – di influenza geopolitica, di utilizzo e transito delle risorse energetiche, di antagonismi religiosi – trovano, nel pretesto del presunto utilizzo di armi chimiche, il modo di portare a termine un disegno che comincia 7 anni fa e che ha prodotto oltre 400 mila morti e più di 4 milioni di profughi.
Appena 24 ore fa in una iniziativa promossa dalla Rete della Pace paventavamo quel che si è inverato.
La guerra, purtroppo, non comincia oggi in quella regione, ma da oggi assumerà un carattere globale per il coinvolgimento diretto – e non più per procura – delle grandi potenze, con conseguenze al momento inimmaginabili. Tutto il Medio Oriente è una polveriera, una scintilla potrebbe essere l’inizio di una corsa senza fine verso un esito tragico e già visto, il cui prezzo maggiore è sempre pagato dalla popolazione civile.
Chiediamo:
– che le Nazioni Unite si riapproprino del proprio ruolo e che impongano un immediato cessate il fuoco;
– che l’UE parli con una sola voce, condanni qualsiasi azione unilaterale da parte dei suoi Stati membri;
– che il nostro Governo riferisca al più presto in Parlamento, non assuma nessuna iniziativa e non conceda l’utilizzo delle basi in territorio italiano per nessun fine.
Presteremo il massimo dell’attenzione a tutte le prossime fasi di questa delicatissima vicenda, tanto a Roma e verso le istituzioni del Paese, quanto nei territori e nelle città, per un effettivo rispetto dell’articolo 11 della nostra Costituzione, insieme a tutte le forze democratiche, all’associazionismo pacifista e nonviolento, alla società civile del nostro Paese.
[di Francesca Chiavazzi – Presidente nazionale Arci]