Le elezioni politiche del 4 marzo sono ormai alle porte. Il rinnovo del Parlamento arriva in una fase storica in cui gli effetti della crisi economica e sociale continuano a farsi sentire e creano malessere.
Una condizione che durante questa campagna elettorale è stata strumentalizzata da quelle forze di destra che si rifanno al fascismo, in maniera più o meno occulta, praticano il razzismo, fondano il proprio credo sull’odio verso lo straniero, facendo leva su rancore e rabbia.
Per questo chiediamo che i movimenti e i partiti neofascisti siano messi immediatamente fuori legge.
È importante oggi rilanciare la partecipazione al voto e arginare il rischio astensione, soprattutto fra i giovani, tra i più sfiduciati dall’attuale rappresentanza politica. Bisogna ricollocare al centro del dibattito la questione sociale, economica e culturale.
È importante che le forze di sinistra e di centrosinistra propongano programmi politici che rispondano ai bisogni delle comunità e operino un profondo cambiamento nei rapporti con i cittadini, dando maggiore attenzione a ciò che si muove dentro la società.
A livello nazionale, così come in ambito locale, Arci è un sensore attento ai bisogni sociali, cui è sempre più urgente dare risposte.
È necessario investire nell’istruzione, nella ricerca e nella sanità pubbliche. Riportare nell’agenda politica il tema del Sud, focalizzando i fenomeni che hanno determinato uno sviluppo disuguale. La scuola pubblica deve essere riportata al centro delle priorità, finanziandone gli strumenti migliori da investire sui giovani.
Bisogna insegnare a combattere il razzismo, migliorare il sistema di accoglienza, non considerare più i flussi migratori un’emergenza, da affrontare come una questione di ordine pubblico, ma sempre come una questione di solidarietà umana.
Ricostruire il Paese a partire dai temi dell’accesso alla cultura e all’università, della giustizia sociale, di quella climatica, della riconversione ecologica.
Investire nel welfare e nel sistema di protezione sociale con misure adeguate, approvare la legge sullo Ius Soli e Ius Culturae perché accoglienza vuol dire costruire dei ponti e non dei muri. Soprattutto permettere l’accesso a una sanità pubblica di qualità e nei tempi necessari.
L’APPELLO CHE RIVOLGIAMO A TUTTE E TUTTI I CANDIDATI
IN PARTICOLARE A QUELLI IN LISTA NELLA PROVINCIA DI LECCE
È di portare il Sud al centro delle politiche nazionali. Guardare alle risorse del territorio come opportunità, a partire dal sistema turistico e agricolo. E di difenderlo da chi vorrebbe distruggerlo, senza mai cedere ad alcun ricatto economico sulla salute dei cittadini. Rivalutare quanto abbiamo prima che incuria e speculazioni distruggano tutto.
Organizzare il territorio fuori dal contesto “mordi e fuggi” ma impiegando risorse per promuovere ogni nostro simbolo dai muretti a secco millenari alle “pagghiare” – le tipiche costruzioni di ricovero in campagna – per le quali chiediamo subito un inventario e che siano subito vincolate.
Bisogna affrontare con fermezza tutti quegli abusi di cui la comunità salentina è stata vittima e a cui non è ancora stata data una risposta: la questione xylella, i rifiuti interrati, la cementificazione selvaggia della costa, il numero di tumori oltre la media nazionale, l’inutile costruzione del gasdotto Tap.
L’unica strada che abbiamo per ridare speranza al futuro è ricostruire fiducia attraverso un processo di rinascita sociale e culturale che l’area della sinistra può e deve tornare a guidare.
Anna Caputo
Presidente Arci Lecce